2017
22
novembre
15^ Mezza Maratona ''Citta' di Palmanova''
Palmanova, 19 novembre 2017
Quella di ieri, se è stata una festa per la nostra squadra con una grande partecipazione di arancione, è stata una festa a metà per tutti quelli che avevano il pettorale addosso per la tragedia che ha colpito la gara.
La mia corsa è partita bene e poi con l'acqua fredda son stata male, alla fine dopo la risoluzione digestiva, ho ripreso ritmo (e colore) e son arrivata sotto le 2h (risultato che mi aspettavo visti i miei limiti e le mie attuali condizioni fisico-psicologiche) portandomi dietro anche un papà di una fanciulla bionda che avevo in aula qualche anno fa, in crisi nera al 18^. L'avevo superato e poi me lo son andato a riprendere con tutti i sensi di colpa che mi avevano caricato la schiena nei 200 m di sorpasso, buttati via appena arrivata, son stata contenta di me, non avevo nessun record da battere e arrivare al traguardo con un abbraccio è stata una grande vittoria.
La medaglia me l'ha poi messa al collo un'altra mia ex-alunna ormai adulta con un altro grande abbraccio compreso, un significato doppio esser premiata proprio da lei.
Mi ha molto scosso passare davanti al ragazzo sloveno che stavano ancora tentando di rianimare. Mi son spostata sulla destra della strada per esser più lontana possibile da quei 5 metri blindati e pieni di quell'attività fisica e intensa dei rianimatori che cozzava tragicamente con lui disteso immobile per terra. Mi si son gonfiati gli occhi e ho girato la testa per la paura egoistica di vedere l'arancione delle nostre maglie, potevo esser io, poteva esser uno di noi, poteva esser chiunque. Il rispetto, il silenzio glaciale gli incitamenti di non mollare di qualcun altro, l'essere tutti sullo stesso pensiero, sulle stesse gambe, l'andare avanti con i piedi pesanti.
Siamo fragili e pieni di limiti.
Nei primi km ho corso proprio con uno dei runner dell'unità di emergenza Bls run team. Le autoambulanze sfrecciate a sirene spiegate che aprivano il varco fra tutti i runner non sono state segnali ottimistici. L'organizzazione da quello che si è potuto vedere è stata perfetta per velocità dei soccorsi e gestione della criticità. Gilberto Zorat, la faccia e la voce di questa edizione, ha trovato il modo -e posso immaginare anche la forza- per calibrare tutto: festa e rispetto per il momento.
Ciao Miljan
Dida
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