2016 21 dicembre

Speteme che rivo


Caorle 18 dicembre 2016

La gente ti guarda e ti chiede perché. Tu rispondi: "EH".
Quando alle sei e mezza della domenica più fredda dell'anno non fai suonare neanche due volte la sveglia perché stavi comunque aspettando da qualche minuto, con il cervello acceso e gli occhi chiusi, che suonasse, perché è da lì che parte la corsa di quel giorno. 
Neanche la gatta si è ancora svegliata. Vestizione, riassestamento facciale (la borsa -con mia innaturale lungimiranza- l'ho preparata la sera prima), caffettone bollente e colazione senza fame, visti i tour de force gastronomici del periodo. Il termometro segna -5. All'appuntamento segna ancora -5 e partiamo verso Caorle per la "Speteme che rivo" solo perché Gigi ci ha confermato prenotazione in ristorante per il pranzo e fiumi di prosecco. Di solito lo spostamento verso una corsa è sempre neutro, ieri mattina invece siamo stati trasportati su una strada che pareva un nastro d'argento, con ghiaccio posato ovunque e un freddo che ha gelato i pensieri prima di farli perdere nella nebbia. Arrivati. Discussioni di gruppo (tremando) su abbigliamento ideale e poi AL GELO saltellando in attesa del via, partenza con divisa e cappellino di Babbo Natale d'ordinanza. Parto pensando di far 11 km, che con il freddo che ghiaccia ogni cm quadrato del mio corpicino e la nebbia che annulla ogni possibilità di ammirare paesaggi, mi par anche sufficiente. Ma quando si corre sulle spiaggia cambia ogni cosa, in ogni stagione. Per 500 metri mi son trovata da sola, con lo sciabordio delle onde di un mare invisibile ai miei piedi, la sabbia che per il freddo è diventata croccante (cit.) sotto i miei passi, persa in una nebbia che mi ha isolata da tutto e tutti gli altri e quindi, impavida, al bivio 11 - 21 tiro dritto per i 21 e continuo a pelo d'acqua. Per altri 2 km. Rinsavisco dai miei propositi di mezze maratone caorlotte e solitarie quando, all'improvviso, mi appare sospeso fra le nebbie il coach che, indicandomi la tabella di dicembre, come un santo martire dallo sguardo ieratico e l'indice pontificatore, mi rispedisce al bivio. Torno indietro, tenendo la destra con occhi bassi sulle scarpe per non subire quello degli altri. Incrocio un compagno di squadra che mi fa ritornare un'altra volta sui miei passi e si sceglie l'opportuno compromesso dei 15 km che portiamo a casa ridendo! Il percorso sicuramente sarà da rifare con il sole il prossimo anno, la nebbia si è alzata per appena qualche minuto per poi tornare più pesante, ma la brina -che non ha accennato a sparire- ha ricamato acqua e piante facendoci correre in un incanto in modalità regno dei ghiacci che ho trovato spettacolare. 
Il mare ci hanno assicurato esserci, l'abbiamo solo sentito e percepito, mai visto. 
Grazie ai compagni d'avventura per la splendida giornata! Ringraziamenti particolari e doverosi al mitico Gigi che con un'organizzazione (al solito) perfetta, ci ha coccolati con iscrizioni già fatte, prosecchi a temperatura perfetta e un pranzo di pesce luculliano. Per il prossimo anno ha promesso però un controllo sul meteo più efficace. 
dida 


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