2017 13 novembre

I Miei 21 Km


Racconti per neofiti e amici

Circa 2 anni fa ho indossato le mie prime scarpe da running (o almeno ciò che ritenevo tali in quel momento), passo dopo passo mi sono misurata con le prime difficoltà, e con calma sono arrivate anche le prime soddisfazioni; ho preso confidenza con la fatica e con la testa che tutto comanda!

Con la corsa ho scoperto di essere più forte, testarda e determinata di quanto non pensassi.

Qualcuno si avvicina a questo modo a partire dalla squadra, qualcun altro come me invece inizia solo e si avvicina solo con il tempo all’idea del Team; fa parte del proprio carattere. Così prima di non illudermi troppo ho iniziato per conto mio aggiungendo minuti di corsa ogni settimana senza morire… ridete, ridete! Ma siamo partiti un po’ tutti così credo…
Si inizia così con le FIASP, soprattutto attraverso le bugie che gli amici ci raccontano: “è facile”, “è leggera”, “è tutta pianeggiante” … non credete mai a nessuno date retta a me !!! Queste corse non competitive sono ideali per iniziare e sono forse la cosa che nel tempo non si abbandonerà mai … la partenza è libera, non c’è tempo, non c’è gara, non c’è ansia!

Ma con il passare del tempo quel piede che inizialmente era sull’” uscio del mondo della corsa”, inizia a entrare più nel vivo, cominci a sentir parlare di maratone, mezze maratone, di circuiti regionali… te ne guardi bene quasi timoroso anche solo di pensarci!

Probabilmente chi mastica i chilometri da anni, può aver dimenticato queste sensazioni di inizio carriera da runner, o forse in qualcuno le mie parole hanno risvegliato ricordi più o meno lontani e scommetto che tra questi ciò che prevalentemente emergerà saranno gli amici che ci hanno trascinato, le prime vesciche, il fango a cui non si era preparati, gli allenamenti nei parchi con i compagni di corsa…

Arriva poi il momento che ci vuoi provare, e la mezza maratona ,quei fatidici 21km ( .0975metri che ricordiamo solo nel momento in cui vediamo il cartellone dei “21km” lungo il percorso della mezza e malediciamo che ancora non è finita ) diventano un obiettivo che ti impegnerà per qualche mese per affrontarla.

Vi assicuro che la prima maratonina è un pool di emozioni: prima, durante e dopo; il prima perché la preparazione (la prima volta) è qualcosa a cui non vuoi credere (i lunghi, le ripetute …???!!); durante perché a partire dallo “start” il cuore è a mille; il dopo è una soddisfazione immensa a prescindere dalle prestazioni (prestazioni? Cosa sono all’inizio??).

La mia prima mezza è quella di Lignano 2016 a giugno: la peggio gestita dal punto di vista tecnico (come è giusto che sia alle prime armi); mio marito era il mio Pacer e la cosa più divertente è stato correre con le frequenze cardiache incrociate in quanto i nostri Polar si erano sincronizzati con le fasce l’uno dell’altro… lo abbiamo capito solo giorni dopo, sì dopo giorni che io non mi capacitavo di una frequenza così bassa correlata a un senso di fatica del genere, e il povero Daniele a flagellarsi sul perché quella giornata la sua frequenza fosse stata così alta per un ritmo per lui facile!!! Un inciso: questo ha condizionato molto la gara a livello di testa, ed è qui che ribadisco il fatto che è lei a comandare tutto quando si sta bene fisicamente! Quando ho raggiunto il traguardo ho capito che questa distanza mi piaceva davvero, e quindi ne avrei volute fare ancora e ancora…!
Così ecco che a settembre mi iscrivo alla mezza di Udine (vuoi non fare quella di casa tua??) e mi miglioro di 6 minuti, meno di un mese dopo è la volta di Treviso e anche lì limo qualcosa.. questo ti galvanizza e motiva ad andare avanti! Insieme al mio Coach avevamo prefissato ancora a giugno un obbiettivo per la mezza di Palmanova (novembre), e credetemi c’eravamo quasi!
Purtroppo a una settimana dalla mezza, durante un allenamento il mio ginocchio è letteralmente ceduto, e con le orecchie basse me ne sono tornata a casa a piedi per 4 chilometri… 4 chilometri in cui non sapevo che pensare. Nei giorni successivi ho capito che non avrei portato a termine 21km e ho rinunciato a malincuore. A questo, nessun neofita è mai pronto.

Forse proprio da qui il racconto cambia un po’ la piega, è solo da qui che ho sentito davvero il senso di Squadra con la “S” maiuscola… potevo rintanarmi a casa e attendere fino a che il problema non si sarebbe risolto (frustrata, arrabbiata e chi più ne ha, più ne metta, ma qualsiasi cosa sia non va giudicata perché fa parte del nostro carattere come reagire!) ma ho deciso di essere squadra, e supportare i miei compagni diversamente.

La stessa squadra e gli amici sono è stati un supporto! Questo fa la differenza! Durante il recupero (mesi per recuperare) mi sono improvvisata a fare fotografia meglio che potevo, forse perché negli scatti dei miei compagni vedevo sempre una parte di me correre con loro. Vi assicuro (e chi ci è passato lo sa) che stare solo a guardare non è il massimo. A marzo ci ho provato di nuovo con Conegliano ma il giorno dopo il ginocchio ha ceduto nuovamente; ho recuperato prima rispetto ai mesi precedenti ma ho capito che forse l’annata andava presa diversamente; le mezze le avrei riprese nel momento giusto.

Qui ho rivalutato distanze più brevi e uno spirito ancora diverso: le staffette! La distanza è ottimale per non sfasciarsi di nuovo e l’idea di squadra si fa più forte che mai.. soprattutto quando raggiungi il primo gradino come team nel Challenge 2017.

A questo punto ci si chiede che fine ha fatto la runner del 2016? Quella che correva con pioggia, (grandine sì anche grandine) o il sole di agosto! Diversi se lo sono chiesto vedendomi gara dopo gara fare solo foto.

A luglio ho iniziato la preparazione alla mezza più importante credo che ci possa essere, a un certo punto questa mi ha fatto interrompere anche con le staffette, ma anche allora ho cercato di essere più team che ho potuto. A che punto sono? Siamo a novembre e io mi trovo oltre il 10° km della mia maratonina; passo ristoro dopo ristoro con forza e ottimismo e punto al traguardo che si avvicina sempre di più. Al mio fianco tutta una serie di Pacer, Daniele e tutti gli amici che in questi mesi mi sono vicino. Quando correvo, io non pensavo a quanti chilometri avevo ancora da fare ma quanti ne avevo già fatti; e quando questi superavano i mancanti mi caricavo come una molla o come un bambino che non vede l’ora arrivi Natale.

Che obiettivo ho? Il tempo? Il traguardo? Nulla di tutto questo, sto correndo con qualcun altro adesso e so che questo un po’ mi cambierà. Alla fine di questi 21 km io e Daniele prenderemo la medaglia più bella di tutte.

Passerà ancora un po’ di tempo prima di togliere le scarpette dal chiodo, e per quella volta sarà come ripartire da 0, e di nuovo innamorarmi di questa disciplina.

Perché un report? Perché è vero siamo corsa, siamo runners, siamo tempi, siamo distanze, ma prima di tutto siamo persone e siamo SQUADRA … e poi…. finalmente la smetterete di chiedermi perché non corro come fossi una scansafatiche!!!

Ovviamente scherzo e anzi, colgo l’occasione per ringraziare TUTTI per l’interessamento dimostrato; Luigi che pur essendo a conoscenza dei fatti non ha fatto l’usuraio chiedendomi la doppia quota nelle tre staffette corse in due, Daniele e Chicco per essere stati con me mentre facevo foto lungo i percorsi .

Un abbraccio

Laura e ….